Andrea Livio: un’aquila intorno al mondo

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Deserto peru
Deserto peru

Partire dal Passo dello Stelvio e ritornarci ma dopo aver fatto il giro del mondo. Andrea Livio decide tutto in fretta e furia, senza un piano preciso.

Probabilmente parte con la sua “Mastellona”, una Moto Guzzi Stelvio NTX 1200, con la stessa leggerezza con cui si esce per fare serata con gli amici.
Di GPS neanche a parlarne, per orientarsi sul globo terracqueo solo con una bussola attaccata al mazzo di chiavi. L’idea di perdersi per il mondo non gli dispiace affatto. Anzi. Andrea fa sue le parole di un altro motociclista, forse più esperto e maturo di lui: “Non si viaggia per essere visti, si viaggia per scomparire”. E poi, non comunicare con nessuno per giorni interi aiuta a incontrare se stessi e a conoscersi. E a proposito: forse è il caso di fare le presentazioni. Andrea nasce in Valtellina una quarantina di anni fa. Decide di fare il film-maker e il lavoro lo porta a vivere prima a Milano, poi a Bogotà, in Colombia, e in tanti altri posti sparsi per il mondo. Nel 2006 rientra in Italia per tornare a lavorare tra Milano e Roma: ma il suo cuore resta in Valtellina. Ed è qui che apre una pensione per cani: Dogville. Questa attività e i lavori da film-maker lo impegnano senza tregua…Decide di fermarsi un momento e capire se è questo che vuole dalla vita. La risposta è nella decisione che prende: lasciare tutto un’altra volta e ripartire…Ma anche tornare: l’idea di questo viaggio è partire dal passo dello Stelvio e qui ripassare, dimostrando che tra un versante e l’altro possono esserci decine di migliaia di chilometri e un gran numero di continenti. Sarà casuale, a questo punto, che la moto prescelta sia proprio una Stelvio?

Stelvio2Stelvio è il nome dell’impresa eroica: 2 va letto in inglese “to”, insomma dallo Stelvio allo Stelvio. Parte nel novembre del 2010 con il Passo dello Stelvio già imbiancato dalla prima neve. Idealmente la discesa sul versante svizzero sembra essere una lunga rincorsa prima del salto…ne avrà bisogno. Con la “Mastellona”, così ha ribattezzato la sua Guzzi, attraversa Svizzera, Germania, Belgio e il nord della Francia fino al porto di Le Havre, il luogo simbolo dove tutte le migliori avventure transoceaniche hanno inizio.
Si imbarca su una nave cargo e, dopo 28 lunghi giorni di navigazione, arriva a Buenos Aires, in Argentina.
Fare un resoconto dettagliato del viaggio non ha senso. È un intreccio di luoghi, spazi infiniti, persone, posti incredibilmente belli, innumerevoli esperienze e volti da ricordare, personaggi buoni per scrivere mille romanzi. Ovviamente percorre la Ruta 40, la madre di tutte le strade, e che attraversa per migliaia di chilometri l’Argentina fino alla Terra del Fuoco. Ritorna al nord attraversando il Cile, fa una sosta a Bogotà, in Colombia. Impiegandoci circa dieci mesi, Andrea arriva a Los Angeles, in California.
“Errori e imprevisti, niente piani, mappe o aspettative, un continuo stupirmi di quello che incontravo. Un altro modo di vivere. Nel viaggio sono arrivato a convincermi che non comunicare con la famiglia e gli amici per lunghi periodi aiuta a immergersi nella realtà che si sta affrontando e a viverla in maniera onesta” scrive nel suo blog Andrea “Spesso quando trovavo una connessione a internet, mi proibivo di usarla. Parte del viaggio è stata in solitaria e parte con Ingrid, la mia compagna, che ha avuto la pazienza di sopportare neve, fango, pioggia e altre mille difficoltà sempre, o quasi sempre, con un sorriso”.

andrea livio
andrea livio

Dopo un’altra sosta di lavoro negli Stati Uniti, Andrea si dirige a Nord, fin oltre il Circolo Polare, a Inuvik in Canada; e poi in Alaska. Una volta a Vancouver, prima di imbarcarsi su un cargo che lo avrebbe portato in Giappone, un cambio improvviso nel programma di viaggio: Andrea prende di nuovo la direzione verso sud: Stati Uniti, Messico, Centro America e un’altra volta Colombia.
Il viaggio non è ancora finito, ma per questioni di famiglia e lavoro Andrea deve fare ritorno in Italia. La “Mastellona” lo aspetta in un garage di un ristorante italiano, La Divina Comedia, a Bogotà, in Colombia. Il viaggio di Andrea Livio è documentato sul sito internet www.stelvio2stelvio.it; qui, tra uno spostamento e l’altro, Andrea ha sempre scritto un blog. Nel 2015 ha vinto il premio come “Miglior Corto Sperimentale” al Motorcycle Film Festival.

Le persone incontrate

Il Manetta, ex-pilota francese, con la sua Daihatsu Feroza, compagno di viaggio per qualche giorno attraverso stradine e proprietà private tra Argentina e Cile. Tuttora circa una volta al mese mi scrive: “Come stai? Dove sei? Va ancora la tua moto italiana?”.
I parenti argentini. Ramo della mia famiglia che nei primi del ‘900 era andata a cercar fortuna in America. A casa loro ho trovato delle mie foto d’infanzia che mio nonno gli aveva spedito. In particolare, il “cugino” Mariano mi ha accompagnato con la sua Honda Shadow del ‘92 fino al confine con il Paraguay.
Miguel, a cui devo moltissimi favori e che in Perù mi ha aiutato a superare pericoli, frane e difficoltà. Oltre ad avermi sfamato per due giorni quando sono rimasto senza soldi.
Hairo, il solitario. Guardiano di un hotel termale abbandonato lungo una mulattiera che porta al Nevado del Ruiz, in Colombia. Quasi un anno isolato a custodire un albergo diroccato a 3.700 metri di altezza, in compagnia del suo cane. Hairo parla da solo assumendo personalità distinte. Mi ha fatto accampare a bordo della piscina termale, sulle piastrelle calde, ha cucinato le verdure che coltiva nel suo orto e mi ha accolto nel suo “mondo”.
I marinai del Galeon Azul, mercantile colombiano su cui ho lavorato quasi 20 giorni per raggiungere Panama; nonostante i primi giorni di mare non facili, è una delle esperienze più incredibili che abbia mai vissuto.
Todd, guzzista americano che mi ha ospitato a Los Angeles, e che ha custodito la mia moto nel suo garage.

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