“Significato della parola VIAGGIO : 1 Atto di spostarsi da un luogo all’altro compiendo un certo percorso: v. avventuroso, tranquillo; mettersi in v.; v. d’affari, di lavoro; giro più o meno lungo attraverso luoghi e paesi diversi dal proprio: v. turistico; eccetera, eccetera…
Io ne aggiungerei uno che per me è il più importante: conoscere se stessi!” Di Mauro Dagna.
Ho 45 anni e viaggio per motivi di lavoro da quindici. Asia, Sud America, Australia, Sud Africa: ho visitato questi paesi per trasferte di lavoro, ma trovando del tempo anche per me, ammortizzando così i costi del viaggio e permettendomi di girare da solo in una terra sconosciuta con quattro stracci in uno zaino e una Lonely Planet.
La passione della moto nasce solo cinque anni fa e si materializza in un’Honda Transalp con 40.000 km in compagnia della quale giro una parte d’Italia e la Corsica. Come una crisalide, la “bruco-Transalp” si trasforma in una più potente Africa Twin RD07A con 53.000 km all’attivo e da essa mi lascio trasportare su e giù per le montagne dell’Atlas Marocchino, sulle sabbie dell’Erg Chebi, lungo le spiagge della Croazia e del Montenegro. L’amore per i viaggi e la passione per la moto si uniscono in un legame indissolubile che sfocia nel progetto estivo del giro del Mar Nero in solitaria.
Nasco viaggiatore, poi motociclista. Quindi la moto diventa per me il mezzo di trasporto ideale per muovermi intorno al mondo. I 230 kg di acciaio si trasformano in muscoli, il motore in un cuore pulsante, la benzina, l’olio, il liquido refrigerante nel sangue che scorre nelle vene di questo cavallo dell’era moderna. Ha un’anima e la senti, le parli. Ti confidi con lei come faresti con un tuo compagno d’avventura a quattro zampe, le chiedi scusa per averla maltrattata su questa strada o su quello sterrato di montagna. Quando è affaticata le chiedi di resistere ancora un po’ e le prometti che tra poco ti fermerai e le concederai un po’di riposo. Conoscere se stessi, dunque. L’essere da solo, lontano dalla routine quotidiana, dagli affetti, ti porta a entrare in contatto con il tuo Io più segreto. Togli le maschere perché qui non ti servono e scopri ciò che veramente sei. Il famoso Carpe Diem, il Qui e Ora. Più viaggi, più scopri. Più scopri, più vuoi viaggiare ancora per affinare la scoperta. E da questo concetto parte l’idea del giro del Mar Nero: mettermi alla prova per 30 giorni e 12.000 km. Attraversare dodici nazioni tra Europa dell’Est e Asia Minore per vedere come reagisco davanti alle difficoltà delle molte ore in sella, da solo, in paesi dove poca gente parla inglese o altre lingue a me familiari. Dove la burocrazia e la corruzione la fanno da padroni incontrastati. Dove i limiti di velocità sono costantemente monitorati da poliziotti alla ricerca del “secondo o terzo stipendio”. Dove la gente è diffidente e sorride poco, ma se riesci a trovare la chiave giusta, ti apre casa, ti ospita a pranzo e non ti farebbe andare più via.

Il Viaggio
Incontri inaspettati, luoghi magnifici da vedere almeno una volta nella vita, centinaia di foto per ricordare i momenti vissuti. Così Mauro Dagna, 45enne artigiano racconta in breve il suo viaggio di 12.156 km attraverso 12 Paesi, in appena 31 giorni.
“Parto da Asti il 27 Luglio con l’intento di attraversare Slovenia, Croazia, Serbia e Bulgaria nel minor tempo possibile. L’obiettivo è arrivare in 3 giorni a Istanbul per cominciare il viaggio vero e proprio che mi condurrà alla meta finale: Yerevan, capitale dell’Armenia. Sulla strada per Zagabria incontro un’altra Africa Twin con a bordo una simpatica coppia milanese. Resto con Imam e Aurora per due giorni fino al confine con la Serbia dove ci separiamo forzatamente. Per un problema di documenti non riescono a transitare la dogana e sono costretti a tornare indietro. Da ora fino al confine con la Russia sarà un lungo peregrinare solitario, intervallato da sporadici incontri con motociclisti di varie nazionalità. Zagabria quindi, poi Sofia, capitale della Bulgaria e il terzo giorno partenza per Istanbul. La discreta qualità delle autostrade lascia troppo presto spazio al pessimo asfalto delle strade normali disseminate ovunque di cantieri e di controlli di polizia. L’arrivo alla frontiera Bulgaria-Turchia è traumatico: è il 29 Luglio e la maggior parte dei Turchi residenti in Germania sta facendo ritorno a casa per le ferie estive. L’attesa, il caldo torrido e la stanchezza portano a un cambio di programma: rinuncio a Istanbul. Arriverei a notte fonda per poi ripartire all’alba. Meglio dirigersi verso Sud e lo stretto dei Dardanelli.

Trascorro la notte a Kesan e proseguo l’indomani verso Bodrum passando per Selcuk, dove visito le rovine greco-romane di Efeso. Il sito è spettacolare anche se la manutenzione lascia un po’ a desiderare. Unico neo è l’affollamento di turisti: migliaia di persone scaricate da decine di autobus, invadono come orde di barbari la quiete di questo posto. Raggiungo la sera stessa Bodrum, la Costa Smeralda della Turchia, e vi trascorro la notte mentre l’indomani riparto per Pamukkale. Qui l’impatto visivo è incredibile: una montagna bianca, sovrastata dalle rovine della città greco-romana di Heliopolis, si erge in mezzo ad aride montagne color marrone-grigio. Il villaggio che sorge a piedi delle colate di calcite, il famoso travertino, è un paese che vive di turismo, perciò se da un lato non ci sono problemi a trovare un alloggio per la notte e qualcosa da mettere sotto i denti, dall’altro si ha il trambusto generato da frotte di turisti. La tappa successiva avrebbe dovuto essere Konya, terra dei Dervisci Rotanti, i famosi danzatori Sufi, ma la visita a Pamukkale ha preso più tempo del previsto quindi cambio rotta e opto per una sosta intermedia nella cittadina di Beysehir, sull’omonimo lago. Qui incontro una coppia di viaggiatori, lui turco, lei olandese, a bordo di una Yamaha Super Tenerè nuova fiammante. Trascorriamo la serata in un ristorantino tipico, sbranandoci un pesce da 2,2 kg (pagato solo 12 € al kg!), ma bevendo ahimè solo acqua: siamo in periodo di Ramadan, quindi niente alcool al di fuori delle mete più turistiche. 350 km mi separano dalla tanto agognata Cappadocia dove sembra che la natura si sia divertita parecchio.

Qui a Goreme, in un passato remoto un “gigante” deve aver giocato con paletta e secchiello, costruendo ovunque pinnacoli di sabbia enormi, facendone dei luoghi abitabili dall’uomo e anche dei luoghi di culto. Un posto fiabesco che richiederebbe una sosta di almeno una settimana, ma devo accontentarmi di solo tre giorni. Le tappe successive saranno il Monte Nemrut Dagi e le famose statue sulla sua vetta, le sponde del lago di Van, Dogubayazit con il Monte Ararat che domina il Palazzo di Ishak Pasa Sarai, le rovine dell’antica capitale armena Ani e finalmente l’Armenia attraverso la Georgia. Mi trattengo in Armenia sei giorni fermandomi a Yerevan e Gyumri per incontrare alcuni amici italiani da anni residenti qui. Quello che colpisce di questi posti, oltre la natura selvaggia della parte più montagnosa, è il rispetto e l’amore per la cultura.
Dall’Armenia alla Georgia. 225 km di asfalto viscido e polveroso da Sevan a Tbilisi stupenda capitale georgiana dove il termometro segna 40°C!
Un paio di giorni e il 18 Agosto riparto da Tbilisi per un giro di 1.000 km nella regione dello Svaneti. L’obiettivo è quello di visitare l’Upper Svaneti che ha come capoluogo il paese di Mestia, per poi spingermi fino all’isolato villaggio di Usghuli, un paesino posizionato tra i 2.086 e i 2.200 m, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, dove vivono 200 persone circa a contatto con la natura, con ritmi e modalità da noi dimenticati da secoli.
Usghuli è circondato da vette di 3.000 – 4.000 m e sullo sfondo i ghiacciai che scendono dalle pendici dello Shkhara, il monte più alto della Georgia (5021 m), donano un tocco di bianco a questo quadro dipinto con il verde, il marrone e tutte le sfumature del grigio.
Mestia è una striscia di terra e roccia che per via delle ingenti piogge riversatesi durante la notte, diventa impraticabile a causa di diverse frane e smottamenti. Trascorro due notti in questo luogo incantato prima di ripartire per Kazbegi, il confine russo-georgiano rimasto chiuso fino al 2010 a causa della guerra in Ossezia del Sud.

La prima parte del viaggio è a dir poco rocambolesca: frane e smottamenti ovunque, e il fiume che occupa la valle è rigonfio dalle piogge delle notti scorse. Stanco e infreddolito, raggiungo Kazbegi in serata dopo una cavalcata di 600 km sotto l’acqua; passo il confine il giorno successivo. I 4 giorni successivi li trascorro con Piotr, motociclista solitario polacco sulla via di casa. Grazie al suo russo scolastico, Piotr si rileverà fondamentale per la comunicazione con i locali durante l’attraversamento di Russia ed Ucraina. Ci separiamo a Ternopil dove io prendo la via dell’Ungheria e lui quella della Polonia. È il 25 agosto, ultimi 360 km di strade piene di buche, asfalto pessimo, mandrie di bovini allo sbaraglio, polizia corrotta. Poi l’Europa, le sue autostrade e la benzina dal prezzo improbabile!”
CURIOSITÀ
Inconvenienti meccanici: due forature della ruota posteriore
Un solo “obolo” versato alla polizia Armena 20€
Prezzo carburante più basso: Russia 0,69 €/lt
Prezzo carburante più elevato: Turchia 2,05 €/lt
Temperatura più elevata: Sud Est Turchia 45°C
Temperatura più bassa: Usghuli, Upper Svaneti-Georgia 2°C
Accomodation più cara – Yerevan, Armenia 40€
Accomodation più economica – Usghuli 7,5€

Le tappe del viaggio
27/7 : Asti – Zagreb (Croazia) 780 km
28/7 : Zagreb – Sofia (Bulgaria) 788 km
29/7 : Sofia – Kesan (Turchia) 445 km
30/7 : Kesan – Selcuk (Efeso) – (Turchia) 508 km
31/7 : Selcuk (Efeso) – Bodrum 239 km
01/8 : Bodrum – Pamukkale 359 km
02/8 : Pamukkale – Beysehir 379 km
03/8 : Beysehir – Göreme (Cappadocia) 349 km
04/8 : Göreme 0 km
05/8 : Göreme 0 km
06/8 : Göreme – Tasuku 434 km
07/8 : Tasuku – Nemrut 587 km
08/8 : Nemrut – Tatvan 405 km
09/8 : Tatvan – Dogubayazit 292 km
10/8 : Dogubayazit – Kars 261 km
11/8 : Kars – Gyumri (Armenia) 379 km
12/8 : Gyumri 0 km
13/8 : Gyumri – Yerevan 195 km
14/8 : Yerevan 0 km
15/8 : Yerevan – Sevan 285 km
16/8 : Sevan – Tbilisi ( Georgia) 225 km
17/8 : Tbilisi 0 km
18/8 : Tbilisi – Ushguli (Svaneti) 404 km
19/8 : Ushguli 0 km
20/8 : Ushguli – Kazbegi 593 km
21/8 : Kazbegi – Krasnodar (Russia) 681 km
22/8 : Krasnodar – Sudak (Crimea) 437 km
23/8 : Sudak – Odessa 601 km
24/8 : Odessa – Ternopil 645 km
25/8 : Ternopil – Tarvisio (Italia) 1.300 km
26/8 : Tarvisio – Asti (casa) 617 km