La Hardalpitour più “hard” di sempre non ha fermato QUADRO4.
Lo scooter a 4 ruote del marchio svizzero ha cancellato ogni perplessità dimostrando di sapersi muovere in sicurezza anche su terreni lontanissimi da quelli cittadini. Capitanati da Riccardo e Roberto Marabese, i due equipaggi QUADRO hanno percorso i 520 km della HAT Classic, da Sanremo a Sestriere, in sella a veicoli “di serie”. Ecco in breve come è andata.
Come se non bastasse, degli equipaggi hanno fatto parte due proprietari di Quadro4, arrivati a Sanremo in sella al loro veicolo. Membri dell’azienda gli altri quattro piloti, tra cui i fratelli Marabese. Davanti a tante maxi e medie enduro super accessoriate, la scelta del marchio svizzero di partecipare con mezzi strettamente di serie è stato un grande atto di coraggio.
Il rischio di fare una magra figura era dietro l’angolo. Cosa abbia spinto QUADRO a partecipare a questa manifestazione adventouring l’abbiamo chiesto a Roberto Marabese, designer della Casa svizzera.
“La sfida ovviamente. La ricerca di potenzialità tuttora inespresse dal nostro scooter a quattro ruote. Il QUADRO4 è nato come veicolo urbano ma sta dimostrando di sapersi destreggiare su molteplici territori. Tutti eravamo convinti al 100 per 100 della bontà della sua meccanica; qualche dubbio riguardava il comportamento della carena, rigida, da scooter cittadino insomma, che però ha resistito nonostante le forti “pacche” ricevute lungo il percorso. Anche l’idea di coinvolgere due piloti esterni all’azienda alla fine ha ripagato l’azzardo. Pensate che uno dei due, classe 1950, ha già percorso sul suo QUADRO4 ben 25mila chilometri”.
-Tutto di serie sui QUADRO4 utilizzati? Sembra impossibile.
“Per essere precisi tra i sei c’era uno scooter in versione Steinbock, quella accessoriata da turismo. Stiamo pensando di esporre l’esemplare utilizzato per questa avventura nel nostro stand, all’EICMA di novembre. Su tutti gli altri mezzi abbiamo montato gomme invernali e una coppia di faretti supplementari. Tutto qui. Niente interventi alla ciclistica o altro.”
-Il meteo ci ha messo lo zampino vero? Non è stato clemente nella prima parte…
“11 ore di pioggia battente! Un vero incubo. Fango, terreno mosso, pietraie, nebbia freddo: la temperatura è scesa di notte fino a 2 gradi… resistere per 25 ore è stato pazzesco ma non ci siamo arresi. Posso aggiungere che saremmo potuti arrivare anche prima alla meta, ma abbiamo preferito non strafare. Anche in funzione della bassa/media esperienza fuoristradistica di alcuni di noi. In questo contesto siamo stati gratificati da commenti del tipo “avete una motricità da paura” da parte di motociclisti che non credevano ai loro occhi: i nostri veicoli si muovevano nel fango senza problemi. A tutti ricordavamo che QUADRO4 ha due ruote motrici e l’appoggio su quattro ruote…”
-Tutto bene quindi. Guasti meccanici?
“Abbiamo bucato una gomma, perso una vite, spaccato uno specchietto. Questo è tutto! Non li considererei guasti…”
-Roberto, secondo te chi non ha esperienza con il fuoristrada può trovare in QUADRO4 la necessaria motivazione a lasciare l’asfalto per entrare, senza paura di cadere, sullo sterrato?
“Chi possiede un QUADRO4 sicuramente l’ha già fatto. Sullo sterrato leggero sei tranquillo anche senza esperienza; se vuoi andare oltre, così come per la moto, dovresti imparare da un istruttore come affrontare certi passaggi. Il veicolo aiuta tantissimo, soprattutto a non cadere, come invece succede con la moto quando la pietra sbagliata finisce sotto la ruota.”
-Ci sono altre manifestazioni di questo tipo all’orizzonte?
“Ci siamo divertiti da matti e il risultato raggiunto ci spinge a riprovare. Magari lo faremo meglio attrezzati o con finalità tecniche. Di solito per i test legati alla progettazione utilizziamo la pista. Allargare il campo, senza manie agonistiche, non mi dispiacerebbe.”