CRF1000L Africa Twin, offroad a 6000 metri

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La CRF1000L Africa Twin conquista in Cile il primato della maggior altitudine mai raggiunta da una moto bicilindrica Sul Nevado Ojos del Salado, la maxienduro Honda tocca i 5.965 metri di altitudine.

 

Leggendaria non solo per il nome ma anche per la sua incredibile attitudine al fuoristrada. La CRF1000L Africa Twin ha conquistato in Cile, presso il Nevado Ojos del Salado, il mitico vulcano al confine tra Argentina e Cile che con i suoi 6.891 metri è il più alto del mondo, un primato assoluto:5.965 metri come altitudine massima raggiunta da una moto bicilindrica. Il team della spedizione da record era composto da Carlo Fiorani, Motorcycle PR e Racing Communication Director di Honda Motor Company, Salvo Pennisi, Direttore del Reparto Sperimentazione di Metzeler, i giornalisti Francesco Catanese e Karsten Schwers, e il campione di enduro Fabio Mossini, ora in forze al team Honda Sud America.

Il record è stato un vero e proprio successo di squadra: i piloti si sono alternati alla guida delle Africa Twin e di una CRF450RX di appoggio superando i 5900 metri di altitudine in appena 22 ore e 30 minuti partendo dal livello del mare! Il record assoluto è stato realizzato da Fabio Mossini che è riuscito a portare la sua Honda Africa Twin a 5.965 metri, la maggior altitudine mai raggiunta da una moto bicilindrica. Grazie alla fondamentale collaborazione di Metzeler, le moto erano equipaggiate con i nuovi pneumatici MC 360™, specifici per il fuoristrada estremo e presto disponibili anche nelle misure per la nuova Africa Twin. La spedizione in Cile ha rappresentato infatti il collaudo finale più severo, lo scopo era infatti quello di verificare in condizioni estreme i livelli di performance, usura, versatilità e resistenza alla lacerazione a temperature ambientali estreme: dai 40° del deserto di Copiapó ai -15° delle altitudini andine.

Irreprensibile anche il comportamento delle CRF1000L Africa Twin durante l’impresa, inarrestabili su qualsiasi fondo e sempre pronte all’avviamento, anche ad altissima quota. L’impresa da record ha preso il via il 24 febbraio da Copiapò, la capitale della regione di Atacama, in Cile. La sfida di raggiungere l’altezza estrema più vicina possibile ai 6.000 metri in 24 ore dal livello del mare, è stata ancora più difficile per via della scelta di non ricorrere ad un supporto di ossigeno. Dopo un acclimatamento forzato di cinque giorni ad altitudini crescenti, durante il quale uno dei piloti e uno dei tecnici di assistenza hanno dovuto rinunciare a causa di sintomi crescenti di “mal di montagna”, venerdì 3 marzo 2017 alle ore 13.20 locali il gruppo è partito da Bahia Inglesa sulle rive del Pacifico per attaccare il vulcano. Dopo un impegnativo trasferimento di trecento chilometri tra asfalti di ogni tipo, pietraie, sterrati, interminabili distese di sabbia e fango, il gruppo ha raggiunto il campo base di Laguna Verde a 4300 metri di altezza. Sabato mattina 4 marzo 2017, alle prime luci dell’alba e con una temperatura di -5°, il gruppo è partito per l’ascesa al vulcano. Dal rifugio Murray, dopo un massacrante trasferimento di 40 chilometri fino al rifugio Atacama a 5400 metri, il gruppo ha affrontato la fase più difficile.

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